In questo articolo abbiamo trattato l’argomento della cistite in gravidanza, spiegando perché durante la gestazione le infezioni urinarie sono più frequenti. Meno noto è il fatto che anche nei primi mesi dopo il parto la neo mamma ha un rischio aumentato di soffrire di cistite.
Perché?
Dispareunia e cistite post-coitale
Un primo motivo è collegato al dolore durante i rapporti (dispareunia), un problema molto comune ma di cui si parla poco. Si stima che, a tre mesi dal parto, i rapporti sessuali siano dolorosi per ben il 60% delle donne; cifra che scende al 30% (comunque ancora molto alta: una su tre!) sei mesi dopo il parto.
Sono diverse le cause che concorrono a creare questa dispareunia post parto. Anzitutto, se durante il parto ci sono state lacerazioni oppure è stata praticata l’episiotomia (e una delle due cose accade quasi sempre), la cicatrice può essere indurita e retratta, il che può causare forte dolore alla penetrazione. Questo è più probabile se la ferita si è infettata oppure se la sutura non è stata eseguita proprio a regola d’arte.
Nel post parto inoltre, finché non riprende l’ovulazione, il livello di ormoni estrogeni resta molto basso. Questo determina spesso secchezza vaginale, la quale a sua volta rende i rapporti fastidiosi o dolorosi.
Il collegamento tra dispareunia e cistite sta nel fatto che provare dolore durante il rapporto aumenta molto la probabilità che nelle ore successive si verifichi un episodio di cistite post-coitale.
Microbiota vaginale dopo il parto e rischio di cistite
Un altro fattore che aumenta il rischio di cistite nel periodo dopo il parto è collegato ai cambiamenti del microbiota vaginale.
Sappiamo che il microbiota vaginale ha una enorme importanza per la salute femminile. Se composto dai batteri “giusti”, infatti, protegge la donna da molte problematiche: infezioni vaginali, malattie a trasmissione sessuale, tumore della cervice uterina, complicanze della gravidanza… Ed è anche la prima difesa nei confronti delle infezioni urinarie (per approfondire il ruolo del microbiota vaginale nella patogenesi della cistite leggi qui).
La situazione migliore è quella in cui il microbiota vaginale è composto per la maggior parte di lattobacilli: in particolare Lactobacillus crispatus, che è la specie più protettiva. Sono moltissimi gli altri batteri che popolano la vagina, ma idealmente dovrebbero essere in quantità estremamente ridotte. Un microbiota di questo tipo, a bassa biodiversità e dominato da L. crispatus, è quello che risulta maggiormente protettivo per la salute della donna.
All’estremo opposto abbiamo un microbiota povero di lattobacilli e ad elevata biodiversità, cioè in cui molte diverse specie di batteri sono abbondanti. Questo microbiota polimicrobico è quello più problematico, perché chi lo ospita ha un rischio maggiore di sviluppare svariati disturbi uroginecologici tra cui anche cistiti.
Ma da cosa dipende la composizione della flora vaginale? I fattori che la influenzano sono diversi, e uno molto potente è rappresentato dagli ormoni estrogeni. Una loro abbondanza favorisce la proliferazione dei lattobacilli, mentre se sono carenti (ad esempio prima della pubertà e dopo la menopausa) è più probabile che il microbiota sia polimicrobico.
La gravidanza è precisamente una situazione di grande abbondanza di ormoni estrogeni, e infatti in questo periodo la percentuale di lattobacilli presenti in vagina, in media, aumenta. Ma con il parto tutto cambia. Nel giro di poche ore la concentrazione di estrogeni nel sangue diminuisce di cento o anche mille volte! E così resta finché non ricompare il ciclo mestruale, cosa che può accadere anche dopo parecchi mesi.
Quali conseguenze ha tutto questo sui batteri vaginali?
Un vero terremoto. Il parto resetta completamente il microbiota. Qualunque fosse la sua composizione durante la gravidanza, dopo il parto la biodiversità aumenta in modo importante e il microbiota diventa polimicrobico. Si tratta di un fenomeno pressoché universale (interessa quasi tutte le neomamme) e inevitabile, legato alla fisiologia del parto e del post parto.
Ma non è una situazione duratura. I mesi successivi al parto sono infatti per il microbiota vaginale un periodo di transizione, di lento ritorno a una nuova configurazione stabile.
Questa evoluzione avviene in tempi e modi diversi per ognuna. Lentamente (molto lentamente: tipicamente nel giro di uno o due anni) la biodiversità si riduce e il microbiota passa da polimicrobico a essere dominato da solo poche specie: che però, nella maggior parte dei casi, non sono purtroppo lattobacilli!
I lattobacilli sono i batteri che recuperano più lentamente. E, tra i lattobacilli, quello che fatica di più a ritornare abbondante è proprio il più salutare, L. crispatus. Le donne con microbiota dominato da L. crispatus sono circa tre su dieci durante la gravidanza, ma solo una su dieci a un anno dal parto.
Tutto questo significa che quello dopo il parto è un periodo particolarmente delicato, in cui le donne hanno un rischio maggiore di sviluppare svariate problematiche uroginecologiche tra cui anche la cistite. E questa vulnerabilità può durare anche uno o due anni.
È possibile prevenire la cistite dopo il parto?
Possiamo fare molto per prevenire la cistite dopo il parto se conosciamo i meccanismi che stanno alla sua base.
È importante anzitutto curare con attenzione la guarigione dell’eventuale lacerazione o episiotomia. Prima di uscire dall’ospedale facciamoci spiegare bene tutte le norme igieniche da tenere per evitare che i punti si infettino. Per qualsiasi dubbio, o se ci sembra che qualcosa non stia andando per il verso giusto, parliamo subito con un’ostetrica.
Quando vorremo riprendere l’attività sessuale è bene utilizzare un buon lubrificante (come FITOINTIMO GEL) in modo da evitare qualsiasi fastidio o dolore. Per prevenire la cistite post-coitale è consigliabile anche fare pipì e lavarsi subito dopo il rapporto.
I probiotici hanno poi un ruolo fondamentale. Un prodotto mirato, specifico per il riequilibrio della flora vaginale come NATURAFLORA LEI, svolge una doppia azione benefica. Nell’immediato aumenta le difese dell’ambiente vaginale, riducendo il rischio di cistite. Ma c’è qualcosa di ancora più importante. Dopo il parto la flora vaginale è instabile e quindi più facilmente influenzabile dall’esterno: questo significa che tutti i fattori che normalmente condizionano la sua composizione sono ancora più impattanti, e hanno la potenzialità di decidere in che direzione evolverà. Assumere NATURAFLORA LEI proprio in questo periodo così speciale può modificare l’assetto del microbiota in modo stabile, guidandolo verso una composizione favorevole che garantirà benefici a lunghissimo termine.
Quindi a tutte le neo mamme consigliamo l’assunzione di NATURAFLORA LEI, da cominciare subito dopo il parto e da continuare per diversi mesi, almeno fintantoché non sarà ricomparso il ciclo mestruale.
E se la cistite si è già presentata, magari anche più di una volta? Niente paura: abbiamo un programma di integrazione pensato proprio per contrastare le cistiti ricorrenti. Per scoprire di cosa si tratta leggi subito la nostra Guida!