DISBIOSI DA ANTIBIOTICI E CISTITE: SUGGERIMENTI PER IL MICROBIOTA IN DIFFICOLTÀ

Soffrire di cistiti ricorrenti significa purtroppo dover affrontare frequenti terapie antibiotiche. E uno degli inconvenienti più comuni è la disbiosi da antibiotici, che non solo causa molti disagi a livello intestinale ma aumenta anche il rischio di avere successivi episodi di cistite (se ti stai chiedendo perché, leggi qui). Si crea dunque un circolo vizioso dove, a causa della disbiosi da antibiotici, ogni terapia intrapresa per debellare un episodio di cistite pone le basi per svilupparne altri.

Ma, se devi fare una terapia antibiotica, ci sono alcune semplici misure che puoi mettere in atto per aiutare il tuo intestino a riprendersi rapidamente ed evitare spiacevoli conseguenze. In questo articolo vogliamo raccontarti cosa hanno scoperto gli scienziati in proposito, e come questo si possa tradurre in pratica.

Perché (e come) gli antibiotici creano disbiosi

Gli antibiotici sono senza alcun dubbio un presidio fondamentale, che ha rivoluzionato il mondo della medicina e la salute pubblica. Tuttavia l’attenzione dei medici si sta sempre più focalizzando sugli effetti collaterali di questi farmaci, e in particolare quelli legati alla loro capacità di alterare il microbiota. Sì, perché nessun antibiotico è così selettivo da agire solo sul batterio che deve essere eliminato: tutti, in misura maggiore o minore, uccidono anche i batteri benefici che compongono il nostro microbiota. Come conseguenza, ogni volta che assumiamo un antibiotico tutte le comunità batteriche residenti nel nostro organismo subiscono una profonda perturbazione.

Ma cosa succede esattamente al microbiota durante una terapia antibiotica?

Quando assumiamo un antibiotico la composizione del microbiota – cioè le specie batteriche che lo compongono e le relative proporzioni – cambia subito in modo radicale, e durante tutto il corso della terapia e per qualche tempo dopo continua a subire rapide variazioni. Gradualmente poi ritrova una composizione stabile, che può essere più o meno simile a quella pre-antibiotico: in qualche caso è molto diversa, il che significa che l’antibiotico ha provocato un cambiamento definitivo.

Un fatto fondamentale è che lo stato finale del microbiota, e la dinamica attraverso cui viene raggiunto, cambiano moltissimo a seconda dei casi.

disbiosi da antibiotici e cistite

Quali sono allora i fattori che influenzano la risposta del microbiota? Perché in alcuni casi gli antibiotici creano una disbiosi maggiore e in altri minore? E perché a volte il microbiota riesce a tornare in una situazione simile a quella iniziale, e a volte no?

Un primo fattore è rappresentato dalla composizione iniziale del microbiota, che può essere più o meno sensibile all’azione di un dato antibiotico. Questo è un fattore su cui purtroppo non abbiamo controllo.

Importante risulta poi l’apporto di batteri dall’ambiente esterno: questi vanno a riempire i vuoti biologici che l’antibiotico ha creato e contribuiscono a stabilizzare il microbiota. I ricercatori hanno visto, ad esempio, che topolini ospitati in gabbie singole (quindi privati dello scambio di germi dovuto al contatto coi loro simili) se sottoposti ad antibioticoterapia mostrano un recupero più lento.

Ma esiste un terzo fattore particolarmente interessante: l’alimentazione. Se si alimentano i topi con una dieta povera di fibre, infatti, si osserva che durante la terapia antibiotica il microbiota subisce una perturbazione più profonda, e che il successivo recupero è più lento e incompleto: alcune famiglie di batteri si estinguono in modo definitivo, e la biodiversità (cioè il numero di specie presenti, che è un indicatore della sua “buona salute”) diminuisce. In questo caso, quindi, la disbiosi da antibiotici è particolarmente pronunciata.

Non solo: se i topi vengono infettati con Clostridium difficile (un batterio responsabile di seri casi di diarrea da antibiotico), quelli che consumano molte fibre riescono a guarire spontaneamente nel giro di pochi giorni, mentre quelli che ne consumano poche non eliminano l’infezione finché le fibre non vengono reintrodotte della loro dieta.

In pratica: suggerimenti per aiutare il microbiota in difficoltà

Considerando i risultati delle ricerche, risulta evidente l’importanza di seguire un’alimentazione ricca di fibre: questo è consigliabile sempre, ma a maggior ragione diventa fondamentale quando dobbiamo fare una terapia antibiotica. Via libera dunque a frutta, verdura e cereali integrali, eventualmente da integrare con una supplementazione ulteriore di fibre prebiotiche.

L’apporto di batteri dall’ambiente esterno, poi, nelle nostre case fin troppo igienizzate risulta ridotto. Diventa allora fondamentale assumere probiotici: in questo modo andiamo a riempire i vuoti creati dall’antibiotico con batteri controllati e dalle sicure proprietà benefiche. Diversi studi dimostrano che i probiotici sono efficaci nel contrastare la diarrea da antibiotici.

Quindi, se devi fare una terapia antibiotica, il nostro consiglio è di aumentare il consumo di fibre e integrare il probiotico NATURAFLORA PLUS, cominciandolo insieme all’antibiotico o qualche giorno prima, e continuando per una intera confezione.

Al contrario di altri prodotti che vengono inattivati dagli antibiotici, NATURAFLORA PLUS è ideale da assumere durante la terapia antibiotica perché contiene il Saccharomyces boulardii: si tratta di un lievito probiotico, quindi un microrganismo naturalmente resistente agli antibiotici, che in quanto tale esplicherà le sue funzioni anche durante l’antibioticoterapia, evitando una eccessiva proliferazione microrganismi dannosi e minimizzando il rischio di disbiosi da antibiotici.

Questi consigli sono validi per tutti e possono evitare spiacevoli inconvenienti; ma sono ancora più importanti per chi, soffrendo di cistiti ricorrenti, è costretto a fare frequenti terapie antibiotiche.

Ma se vuoi risolvere il tuo problema di cistite una volta per tutte, leggi la nostra Guida e comincia subito il percorso di integrazione consigliato!

Guida Cistite

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