CISTITE DA CATETERE: I CONSIGLI MIGLIORI PER PREVENIRLA

La cistite da catetere è estremamente comune nelle persone che non riescono a svuotare la vescica in modo naturale. Vediamo le regole e gli integratori naturali più utili per prevenirla.

Purtroppo sono molte le persone costrette ad utilizzare un catetere per svuotare la vescica. Le ragioni per cui non è possibile urinare in modo naturale possono essere di diverso tipo, e riflettere una situazione temporanea (ad esempio durante un ricovero ospedaliero) oppure permanente (come nelle persone che, avendo subito un trauma alla colonna vertebrale o soffrendo di malattie come la sclerosi multipla, non sono in grado di controllare la minzione).

In tutti questi casi l’utilizzo del catetere è indispensabile, dal momento che la vescica non può venire svuotata in altro modo; tuttavia non è esente da problemi. Il più comune è la cistite da catetere: il catetere infatti causa infezioni urinarie nella maggior parte delle persone che ne fanno uso.

Il problema è particolarmente importante per i cateteri fissi, dal momento che questi, anche se maneggiati in modo sterile, vengono rapidamente coperti da biofilm batterici. Maggiore è il tempo di permanenza del catetere e più aumenta il rischio di batteriuria: si stima che, pur con la migliore assistenza, dopo 7-10 giorni metà dei pazienti avranno batteri nelle urine, e dopo un mese praticamente tutti.

In caso di catetere fisso la cistite può essere dovuta a batteri comuni come Escherichia coli, responsabile della maggior parte delle infezioni urinarie anche nei pazienti non cateterizzati, ma per cui il catetere rappresenta una via d’accesso alla vescica molto più “comoda” rispetto alla mucosa uretrale con tutti i suoi sistemi di difesa. Possono poi essere presenti anche batteri inusuali come Providencia stuartii, che invece sono in grado di colonizzare solo il catetere e si riscontrano molto raramente in altri casi.

L’impiego del cateterismo intermittente riduce senza dubbio il rischio di infezioni rispetto al catetere fisso. Tuttavia, anche in questo caso, la maggior parte dei pazienti sviluppano batteriuria ricorrente o addirittura continua.

Nel caso del cateterismo intermittente le ragioni sono meno chiare, dal momento che i batteri non riescono certo a ricoprire il catetere nei pochi minuti necessari per la procedura. Si pensa che l’inserimento del catetere possa spingere fino alla vescica batteri normalmente presenti sulla cute. Va poi considerato che su una mucosa irritata, come spesso è quella dell’uretra e della vescica a causa dei continui sfregamenti, per i batteri è più facile installarsi.

Ma è la difficoltà a svuotare completamente la vescica (nonostante il catetere) che sembra contribuire più di tutto al rischio di cistite. Più a lungo l’urina resta in vescica e più tempo hanno i batteri per moltiplicarsi. Infatti dagli studi effettuati emerge che nelle persone che fanno solo tre cateterismi al giorno la cistite è 5 volte più frequente rispetto a quelle che ne fanno sei.

I consigli più utili per prevenire la cistite da catetere sono quindi cateterizzarsi spesso (5-6 volte al giorno) e svuotare completamente la vescica, prendendosi tutto il tempo necessario ed estraendo il catetere lentamente. È importante anche che il catetere abbia la giusta lunghezza, perché se è troppo corto lascerà residui di urina in vescica: per assicurarti che la lunghezza sia giusta per te chiedi consiglio al medico o a un infermiere.

Altra regola è evitare l’attrito, in modo da proteggere la mucosa uretrale e vescicale: una mucosa intatta e non infiammata, infatti, è in grado di difendersi al meglio dai batteri. A questo scopo è importante usare abbondante lubrificante, ma anche scegliere un catetere con la superficie il più possibile liscia e scivolosa. Oltre, naturalmente, a procedere con la massima delicatezza.

Prevenire la cistite da catetere con il D-Mannosio

Si può poi ricorrere a diversi tipi di profilassi, farmacologica e non, per cercare di prevenire la cistite da catetere.

La profilassi antibiotica è comune, ma molto discutibile. Una revisione degli studi scientifici, ad esempio, conclude che nei pazienti con lesioni spinali dovrebbe essere evitata, perché non previene le infezioni urinarie ma raddoppia il tasso di antibiotico-resistenza.

Molte persone assumono integratori a base di cranberry. Questi non hanno sicuramente gli effetti collaterali degli antibiotici, tuttavia uno studio conclude che, nei pazienti con vescica neurologica, non hanno nessuna utilità nella gestione delle infezioni urinarie.

Il D-Mannosio è un’alternativa efficace e sicura. Si tratta di una sostanza 100% naturale estratta dal legno di betulla, che dopo essere stata ingerita viene espulsa tal quale nelle urine. Qui intrappola i batteri, impedendo loro di aderire alle pareti della vescica e quindi di creare infezione: i batteri, diventati inoffensivi, verranno semplicemente eliminati insieme all’urina.

I dati scientifici disponibili sul D-Mannosio nella prevenzione delle cistiti da catetere non sono ancora molti, ma sono alquanto positivi. In uno studio il D-Mannosio è stato somministrato per 4 mesi a un gruppo di pazienti affetti da sclerosi multipla (alcuni cateterizzati e alcuni no) che soffrivano di cistiti ricorrenti. Il numero di infezioni urinarie mensili è diminuito notevolmente in tutti: del 75% tra i pazienti non cateterizzati e del 63% tra quelli cateterizzati. Alla fine dello studio quasi tutti i partecipanti hanno espresso il desiderio di continuare ad assumere D-Mannosio.

Il programma di integrazione che abbiamo pensato per chi soffre di cistiti ricorrenti (leggi tutte le informazioni nella nostra Guida qui sotto) è ottimo anche per le persone cateterizzate. In questo caso però, terminati i 6 mesi di integrazione, può essere necessario proseguire l’assunzione di Urogyn e Naturaflora Plus a dosaggio ridotto, per controllare i batteri che, a causa della cateterizzazione, continuano a minacciare la vescica.

Guida Cistite

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