CRANBERRY E CISTITE, NUOVE SCOPERTE METTONO IN DISCUSSIONE LE VECCHIE CERTEZZE

Molte persone sono convinte che il cranberry, o mirtillo rosso americano, sia in grado di prevenire la cistite, e questo rimedio naturale resta uno dei più utilizzati in caso di infezioni urinarie ricorrenti. Ma gli studi scientifici (e ne sono stati condotti parecchi, proprio perché si tratta di un rimedio così popolare) raccontano una storia piuttosto diversa.

In un articolo precedente abbiamo discusso gli studi pubblicati fino al 2022, e abbiamo raccontato l’esperienza del Naturopata Milo Manfredini con il cranberry. Ora vogliamo parlare di alcuni nuovi dati scientifici che mettono in dubbio l’efficacia del cranberry contro la cistite.

Cranberry e cistite, il caso Pacran®

L’Autorità Europea per la Sicurezza Alimentare (EFSA) ha esaminato di recente un estratto secco di cranberry chiamato Pacran®, presente in vari integratori venduti anche in Italia, tra cui il noto Ivuxur®. I produttori di Pacran® hanno chiesto all’EFSA il permesso di affermare ufficialmente che il loro estratto di cranberry aiuta a proteggere le basse vie urinarie dai batteri e a prevenire la cistite ricorrente.

Come si pensava che funzionasse questo estratto? Si ipotizzava che alcune sostanze del mirtillo rosso, chiamate proantocianidine (PAC), insieme ad altri composti, potessero combattere i batteri e, soprattutto, impedire loro di aderire alle pareti della vescica: se i batteri non si attaccano, la cistite non si sviluppa. Un’altra idea era che Pacran® potesse aiutare modificando il microbiota dell’intestino, rendendo le persone meno esposte alle infezioni urinarie.

Cosa ha scoperto l’EFSA analizzando le ricerche?

  • Un primo studio che dichiarava Pacran® efficace, pubblicato su una rivista scientifica, è stato scartato perché l’EFSA ha trovato errori nel metodo di ricerca che rendevano i risultati inaffidabili.
  • Un secondo studio, anch’esso pubblicato, sembrava mostrare un effetto positivo, ma i risultati cambiavano troppo a seconda del metodo di analisi matematica utilizzato. Quindi l’EFSA ha valutato che le conclusioni non fossero del tutto convincenti.
  • Solo uno studio non pubblicato è stato ritenuto affidabile. Questo studio mostra che con Pacran® le recidive di cistite si possono ridurre del 50% rispetto al placebo; ma un singolo studio non è sufficiente per avere una prova solida.

Inoltre non è stato dimostrato in modo chiaro in che modo il cranberry dovrebbe funzionare. Molto probabilmente gli effetti visti in laboratorio non si verificano nelle condizioni reali del corpo umano, perché le PAC (ricordiamolo: composti del cranberry con attività anti-adesiva nei confronti dei batteri) vengono assorbite molto poco quando si assume il cranberry per via orale. Anche l’idea che il cranberry prevenga la cistite migliorando la flora intestinale è solo una teoria, non confermata da dati concreti.

Alla luce di tutto questo, l’EFSA ha negato ai produttori di Pacran® il permesso di affermare che il loro estratto di cranberry aiuta a contrastare la cistite.

cranberry contro cistite nuovi dati scientifici

Il succo di cranberry previene la cistite?

Alcuni dati scientifici suggeriscono che il succo di cranberry funzioni meglio degli estratti secchi come Pacran®. Una revisione appena pubblicata, combinando i risultati di 20 studi scientifici precedenti, ha concluso che in effetti, rispetto a non fare nessun trattamento, il succo di cranberry riduce le recidive del 54%. Ma, se lo confrontiamo con il semplice fatto di bere più liquidi, le riduce solo del 27%.

Questo fa pensare l’effetto del succo di cranberry contra la cistite sia in buona parte dovuto semplicemente al fatto che, bevendolo, si assume più acqua, e non a specifiche proprietà del mirtillo rosso.

Cranberry o D-Mannosio?

Oggi per fortuna abbiamo un’alternativa più efficace del cranberry per contrastare la cistite: il D-Mannosio. Anche se sul D-Mannosio sono disponibili meno dati scientifici, perché questo rimedio è usato da meno tempo, le prove suggeriscono che può ridurre il rischio di infezioni urinarie anche del 77%.

Dobbiamo anche considerare che il cranberry, oltre ad essere meno efficace, può avere alcuni effetti collaterali dovuti al fatto che può rendere l’urina più acida. Questo causa a volte problemi e fastidi e inoltre può ridurre l’efficacia di eventuali antibiotici assunti nello stesso momento. Il D-Mannosio al contrario è un rimedio estremamente sicuro, che può essere utilizzato con tranquillità da tutti, comprese le persone che soffrono di cistite interstiziale e non possono assumere cranberry.

Ma non è tutto! NutraLabs ha ulteriormente migliorato l’efficacia del D-Mannosio associandolo con Lactobacillus crispatus CNCM I-5095, un ceppo probiotico che colonizza rapidamente la vagina. L. crispatus contribuisce il due modi a prevenire le cistiti:

  1. migliora il microbiota vaginale, che rappresenta un’importante difesa naturale contro le infezioni urinarie
  2. aiuta a eliminare i batteri che si sono infiltrati dentro le cellule della vescica, un problema difficile da affrontare e una causa importante per cui la cistite si ripresenta.

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Fonti scientifiche

EFSA Panel on Nutrition, Novel Foods and Food Allergens (NDA), Turck, D., Bohn, T., Cámara, M., Castenmiller, J., de Henauw, S., … & Siani, A. (2025). Pacran®, a powder obtained from cranberries, and defence against bacterial pathogens in the lower urinary tract: Evaluation of a health claim pursuant to Article 13 (5) of Regulation (EC) No 1924/2006. EFSA Journal23(4), e9319. https://doi.org/10.2903/j.efsa.2025.9319

Moro, C., Phelps, C., Veer, V., Jones, M., Glasziou, P., Clark, J., … & Scott, A. M. (2024). Cranberry juice, cranberry tablets, or liquid therapies for urinary tract infection: a systematic review and network meta-analysis. European Urology Focus. https://doi.org/10.1016/j.euf.2024.07.002

Lenger SM, Bradley MS, Thomas DA, Bertolet MH, Lowder JL, Sutcliffe S, D-mannose vs other agents for recurrent urinary tract infection prevention in adult women: a systematic review and meta-analysis, American Journal of Obstetrics and Gynecology (2020). https://doi.org/10.1016/j.ajog.2020.05.048