Le infezioni urinarie sono uno dei grandi problemi di chi soffre di vescica neurologica. E non parliamo di un episodio ogni tanto: spesso la cistite, con il suo seguito di terapie antibiotiche, è purtroppo un ospite fisso, che se non ben gestito può arrivare anche a danneggiare i reni.
Ma perché la vescica neurologica rappresenta un terreno così fertile per i batteri LINK?
E cosa possiamo fare per affrontare la situazione?
Vescica neurologica e infezioni urinarie: la colpa non è solo del catetere
Molti pazienti che soffrono di vescica neurologica sono costretti a utilizzare il catetere per svuotare la vescica, e questo è senza dubbio un fattore che aumenta moltissimo l’incidenza di infezioni urinarie.
Il catetere fisso, una volta inserito, si ricopre rapidamente di un biofilm batterico, e poi questi batteri si riversano nelle urine e possono colonizzare la vescica. Dopo una settimana, la metà dei pazienti cateterizzati presenta batteriuria (batteri nelle urine); dopo un mese, virtualmente tutti.
Con il cateterismo intermittente va un po’ meglio, ma anche in questo caso il catetere rappresenta una vera e propria autostrada per i batteri. E non è una questione di igiene: il problema infatti non sono i batteri che potrebbero essere presenti sul catetere, quanto quelli che risiedono normalmente nel tratto urinario inferiore e che sfruttando il catetere (un oggetto privo delle naturali difese che hanno invece le nostre vie urinarie) riescono molto più facilmente a risalire l’uretra e arrivare in vescica.
L’inserzione e la permanenza del catetere, inoltre, spesso irritano e danneggiano la mucosa della vescica: e dove ci sono lesioni o infiammazioni i batteri riescono a installarsi con più facilità. Infine, con il catetere può essere difficile svuotare la vescica completamente. Se rimane un po’ di urina stagnante, lì i batteri proliferano senza difficoltà.
Il problema della cistite da catetere è ben conosciuto, ma non è l’unico motivo per cui i pazienti con vescica neurologica soffrono così spesso di infezioni urinarie. Meno noto è il fatto che, indipendentemente dal catetere, sono proprio le disfunzioni che caratterizzano la vescica neurologica a costituire di per sé fattori di rischio per le infezioni. Cerchiamo di capire perché.
A volte, al momento della minzione, mentre la vescica si contrae per spingere fuori l’urina, lo sfintere che dovrebbe lasciarla uscire si chiude invece di aprirsi. A volte la vescica è poco elastica e, mentre si riempie di urina, non riesce ad espandersi bene. A volte il muscolo della vescica è iperattivo, cioè si contrae involontariamente anche quando non è il momento di urinare. In tutti questi casi la conseguenza è che la pressione dell’urina all’interno della vescica aumenta. Questo a sua volta riduce l’apporto di sangue: una condizione nota come ischemia vescicale, che rende la vescica più debole e vulnerabile agli attacchi dei batteri.
La situazione che abbiamo appena descritto è tipica della vescica iperattiva. Se, al contrario, abbiamo una vescica ipoattiva, dove il muscolo ha perso la capacità di contrarsi per espellere l’urina, accade che la vescica si riempie troppo, si dilata troppo, e questo danneggia la sua superficie interna. Anche in questo caso, i batteri riescono più facilmente a prendere il sopravvento.

Il ruolo del microbiota urinario
Nelle nostre urine, anche quando stiamo benissimo e non abbiamo nessuna infezione in corso, sono sempre presenti batteri. Nella maggior parte dei casi non vengono rilevati dal normale esame delle urine, perché sono troppo pochi o perché sono specie non individuabili con i metodi standard; però ci sono. È il microbiota urinario, e stiamo appena iniziando a comprendere il suo ruolo nella salute e nelle malattie delle vie urinarie.
La composizione del microbiota urinario cambia a seconda del sesso. Negli uomini troviamo soprattutto batteri del tipo Corynebacterium, Pseudomonas e Prevotella, mentre nelle donne prevalgono Lactobacillus, Streptococcus e Gardnerella. Questi batteri non creano problemi, anzi proteggono la salute delle vie urinarie.
Ma, quando si comincia a soffrire di vescica neurologica, il microbiota urinario gradualmente cambia. I batteri buoni che ci proteggono (es. Lactobacillus, Corynebacterium, Prevotella) si riducono, e quelli potenzialmente dannosi, che di norma sono presenti solo in piccolissime quantità (es. Escherichia, Klebsiella ed Enterococcus), aumentano.
Gli studi mostrano che nel giro di un anno un batterio chiave per la salute femminile, il Lactobacillus crispatus, quasi sparisce, e a dominare il microbiota troviamo specie come Escherichia coli o Enterococcus faecalis. La situazione è peggiore nelle persone che utilizzano il catetere, in cui il microbiota urinario mostra una disbiosi più marcata.
Probiotici, un’arma contro le infezioni?
Tutto questo ci porta a una conclusione chiara: lo squilibrio del microbiota urinario è un fattore che contribuisce in modo significativo al rischio di infezioni nei pazienti con vescica neurologica. La riduzione dei batteri protettivi e l’aumento di quelli pericolosi fa sì che questi ultimi possano arrivare a scatenare infezioni.
Ora, la terapia antibiotica è fondamentale per curare le infezioni, ma agisce solo sull’ultimo pezzo del puzzle. E purtroppo c’è un rovescio della medaglia: gli antibiotici infatti tendono a peggiorare il problema iniziale, sconvolgendo ulteriormente il nostro microbiota. Una strategia migliore sarebbe lavorare a monte, ripristinando l’equilibrio ecologico delle vie urinarie.
Ed è qui che entrano in gioco i probiotici!
I probiotici sono batteri amici che aiutano precisamente a riportare e mantenere in equilibrio il nostro microbiota. L’obiettivo finale? Cambiare radicalmente l’approccio alla gestione della vescica neurologica: non più solo intervenire quando la situazione si è deteriorata al punto che abbiamo un’infezione vera e propria, ma lavorare in prevenzione regolando con precisione l’equilibrio dei batteri.
Naturalmente è essenziale che i probiotici siano quelli giusti. Devono avere proprietà documentate, e, se assunti per bocca, devono essere in grado di migrare fino alle vie urinarie.
Per questo NutraLabs propone i suoi probiotici ad ampio spettro d’azione, per il naturale riequilibrio del microbiota urinario ma anche intestinale e, per la donna, vaginale:
Per la donna
NATURAFLORA LEI
Per l’uomo
NATURAFLORA PLUS
Fonti scientifiche
Zhang, J., Lei, Y., Du, H., Li, Z., Wang, X., Yang, D., … & Li, J. (2025). Exploring urinary microbiome: insights into neurogenic bladder and improving management of urinary tract infections. Frontiers in Cellular and Infection Microbiology, 15, 1512891. https://doi.org/10.3389/fcimb.2025.1512891